In data 19 Novembre 2018 fino all’11 Gennaio 2019, ho svolto l’attività di tirocinio esterno della durata di 200 ore presso il centro di neuropsichiatria infantile Lab. E. Fo. R. M. di Siracusa, in Via Torino 46, ritenendomi soddisfatto dell’esperienza svolta.
Relazione a cura di: Davide Bottaro
Facoltà di scienze e tecniche psicologiche di Catania
Matricola: Y54000480
In data 19 Novembre 2018 fino all’11 Gennaio 2019, ho svolto l’attività di tirocinio esterno della durata di 200 ore presso il centro di neuropsichiatria infantile Lab. E. Fo. R. M. di Siracusa, in Via Torino 46, ritenendomi soddisfatto dell’esperienza svolta.
La struttura sopracitata opera nel settore della riabilitazione, sostegno e supporto per i minori che presentano disturbi dell’apprendimento, autismo e difficoltà comportamentali/sociali; in ambito giuridico e di assistenza sociale tramite il servizio pubblico di Spazio Neutro; di supporto psicologico tramite psicoterapia e counseling. Il tutto svolto attraverso la coordinazione di un’ èquipe multidisciplinare. All’interno del centro operano professionisti quali: pedagogisti, psicologi, logopedisti, psicomotricisti, assistenti sociali, psichiatri ed esperti nel settore.
Per quanto concerne l’ambiente di lavoro, lo spazio è distribuito in diverse stanze, ognuna relativa a settori professionali diversi. Il centro è ,inoltre, fornito di servizi igienico-sanitari e aule fornite di materiale didattico-professionale, quali computer, stampanti, libri e schede di potenziamento per i ragazzi, nelle quali viene offerto il servizio di dopo scuola a ragazzi DSA e disturbi affini.
Sono stato fin da subito accolto calorosamente sia dalla tutor Alessandra Xaxa, psicologa e psicoterapeuta, che da parte di tutto il gruppo di lavoro, con i quali ho avuto la possibilità di esporre, già dai primi incontri, dubbi e quesiti in ambito professionale e psicologico. Ho trovato riscontro con ciò che sto studiando, e ho potuto instaurare un rapporto di fiducia e di interdipendenza positiva con i membri del gruppo di lavoro, grazie anche alla loro cordialità, che mi ha permesso di porre domande, facendomi sentire a mio agio sul setting lavorativo. Nello specifico ho lavorato con ragazzi di scuola primaria e secondaria di primo grado con Disturbo dell’Apprendimento aiutandoli sì nello svolgimento delle loro mansioni pomeridiane, ma, più importante, ho avuto la possibilità di osservare sul campo dei professionisti che si occupavano della gestione interpersonale dei deficit (sociali e cognitivi) che i loro disturbi arrecano. Infine ho potuto partecipare alle riunioni settimanali dì èquipe.
A proposito di quest’ultimo punto, il mio ruolo durante le riunioni è stato sia di tipo osservativo che partecipativo. La disposizione gruppale è stata di tipo circolare, metodo, come studiato in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, Psicologia della formazione e dell’orientamento e Psicologia dei gruppi sociali, più funzionale per instaurare un clima di ascolto e di intervento, soprattutto durante le sessioni di
brainstorming e turnazione. Durante queste sedute, uno o più conduttori davano la parola a piccoli gruppi di lavoro, i quali si confrontavano ed esponevano problematiche e/o dubbi sul lavoro svolto coi ragazzi: miglioramenti da parte di questi, osservazioni di stampo psicologico, possibilità di incontro con genitori ed insegnanti. Nella mia esperienza, queste riunioni sono state fondamentali per mettere in luce i miei dubbi, le mie perplessità, inerenti alla professione che svolgerò una volta completati gli studi.
Dalle riunioni in cui sono stato presente, ho avuto modo di osservare:
- la messa in atto della tecnica di Role Playing formativo sul luogo di lavoro
- Progettazione di interventi nelle scuole e di percorsi didattici mirati
Utilizzo di strumenti diagnostici per minori quali, ad esempio, scale WISC e Prove MT - Differenti stili di leadership ed educativi da parte degli operatori
Credo fermamente che le riunioni fossero uno dei momenti più belli, dato l’interesse personale nell’analizzare le dinamiche di gruppo, imparando inoltre come funziona e come ci si approccia a un “piccolo gruppo” lavorativo, grazie alla possibilità di vivere in prima persona le fasi di entrata e di uscita dal gruppo, creando codici e coordinazione tra i vari membri.
Altro punto da affrontare è il modo in cui mi sono relazionato ai minori di scuola elementare e media con Disturbo dell’Apprendimento. Sono sempre stato affascinato dalla relazione insegnante-allievo e le dinamiche ad essa interconnesse.
Contro ogni previsione sono stato piuttosto colpito dalle mie capacità personali, mi sono trovato meglio del previsto, sentendomi adeguato al ruolo investito. Il fatto che io sia riuscito a trovare le strategie di coping più adatte per la mia persona mi ha fatto sentire agentico, autoefficace e soddisfatto lavorativamente. I ragazzi sono stati fantastici, ognuno con le proprie caratteristiche e le proprie difficoltà, e sono riusciti ad insegnarmi più di quanto qualunque libro di testo abbia mai fatto.
Al fine di supportarli e sostenerli ci si è promulgati di lavorare:
- sulle difficoltà somministrando schede ed esercizi di potenziamento
- sul linguaggio e sul comportamento
- tramite l’ausilio di specifici programmi informatici, mappe e schede di riferimento
Ho avuto modo di osservare come i ragazzi avessero un grande bisogno di comunicare e di raccontarsi. Nonostante le difficoltà iniziali, ho instaurato un rapporto di fiducia con i ragazzini, imparando a conoscerli, giocando con loro e adottando -o almeno provando ad adottare- uno stile autorevole, convinto che l’educatore, come insegnatomi da Lapassade, è colui che riesce a farsi amare ma allo stesso tempo rispettare per il suo ruolo.
Tramite questa esperienza e gli studi relativi la Psicologia della Disabilità e della Riabilitazione e Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione ho appreso come approcciarmi a minori di diversa età, quanto questi siano intuitivi, volenterosi e con grandissime potenzialità, e di come la disabilità non debba essere barriera e sintomo di emarginazione. Essa è, piuttosto, una richiesta di supporto e di riabilitazione, riconfermando ancora una volta come la figura dello psicologo, del pedagogista e delle “helping profession” affini siano essenziali alla promulgazione di una buona QdV.
In conclusione, sento di essere cresciuto. Sento di essere cambiato. Credo ancora fermamente che l’università dovrebbe continuare a focalizzarsi sulle esperienze di tirocinio per gli studenti, al fine di aiutarli a capire cosa vuol dire veramente unire teoria e prassi. Consiglio vivamente questa struttura per chi voglia intraprendere un’ esperienza in questo settore e ringrazio infinitamente la mia tutor, i miei colleghi ed educatori e i ragazzini, per avermi accolto e formato. Questa esperienza è stata utile in quanto mi ha permesso di relazionarmi a un piccolo gruppo psicologico, quale l’èquipe multidisciplinare. Inoltre sono riuscito a coniugare Psicologia e Pedagogia, adottando nuove strategie di coping e riuscendo a dare supporto a minori con Disturbi dell’Apprendimento.
Davide Bottaro